Comune di Rolo

“Ariolas” è l’antico nome di Rolo. Compare per la prima volta in un diploma longobardo del 772 e trae origine dalla voce latina areola, “piccola area”. Il popolamento della zona risale però almeno all’età romana, per la quale alcuni ritrovamenti archeologici attestano l’esistenza di insediamenti rurali sparsi, legati alla valorizzazione delle potenzialità agricole del territorio. Quest’ultimo, dal punto di vista amministrativo, molto probabilmente rientrava allora nella giurisdizione del municipio di Regium Lepidi. Nell’alto medioevo, la presenza di un villaggio (Vico Rolesa) è ricordata da una carta notarile dell’anno 902.

Durante l’età comunale il territorio rolese dipese dal Comune di Reggio, poi fu soggetto alla famiglia ghibellina reggiana da Sesso, un cui ramo nel 1496 riuscì a farsi riconoscere formalmente il proprio dominio dall’imperatore Massimiliano I d’Asburgo. La terra di Rolo divenne così un feudo imperiale e fu elevata alla dignità di contea, fino al 1776, quando morì l’ultimo feudatario legittimo, il marchese Gaetano Sessi. Tra il XVIII secolo e la prima guerra mondiale conobbe un grande sviluppo dell’arte dell’intarsio ligneo. Per divulgare questa longeva tradizione, l’Amministrazione locale nel 1994 ha deciso di fondare il Museo della Tarsia di Rolo.

Di fianco alla chiesa, circondata da un’area a parco, si erge villa Resti Ferrari, dimora signorile abitata da ultimo dall’omonima famiglia. Costruita presumibilmente nel Cinquecento, è stata rimaneggiata nei secoli successivi. L’interno presenta vani simmetrici rispetto all’androne centrale, caratterizzati da pregevoli particolari decorativi classicheggianti, soffitti lignei ed affreschi.

La quinta prospettica di Corso Repubblica è caratterizzata da bei palazzi, per lo più settecenteschi. Fra i più interessanti segnaliamo casa Boccaletti, la cui facciata, oltre ad essere connotata da un portico a cinque arcate (quella centrale, più larga, incornicia l’ingresso principale), è anche configurata dai marcapiani, dalle cornici architravate con davanzali sorretti da mensoline, dal terrazzino centrale a dentelli.

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